BANNO

Originariamente, nell'alto Medioevo, potere sovrano di emanare ordini e divieti, ai quali era obbligatorio conformarsi, pena il pagamento di sanzioni pecuniarie più o meno elevate. Nel corso del IX secolo passò ai conti e poi ai signori che su un determinato territorio avevano assunto il diritto di amministrare l'alta giustizia. Si vennero così a costituire dall'XI secolo le banalità, diritti prelevati, per lo più in natura, su alcune installazioni di pubblica necessità, al cui uso erano vincolati tutti i sottoposti alla districtio del signore di banno (signoria bannale): mulini, macine e torchi, macello, forno, forge, gualchiere. Questi si riservava spesso anche il monopolio sulla vendita di particolari prodotti agricoli e manifatturieri. Nel corso del tardo Medioevo questo potere venne gradualmente riassorbito dalle monarchie nazionali e dai principi territoriali (in Italia dagli stati regionali). Il termine tuttavia rimase a indicare il potere pubblico di comandare, gli ordini e i divieti, il decreto che li emanava, e la stessa sanzione. Da qui l'uso più tardo di identificare il banno (nell'italiano volgare bando) con la proscrizione o l'esilio, cui normalmente andavano incontro coloro che si sottraevano all'esecuzione di una condanna ponendosi per ciò stesso fuori legge (banditi).
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